Graziani chiede cavalli per raggiungere Commendone, la cui presenza a Varsavia non pare al momento necessaria; certamente poi la Dieta non terminerà a breve. Graziani lamenta la difficoltà di ottenere informazioni dai senatori, impegnati per lo più nel Senato.

Riferendo a Olbracht Łaski, palatino di Siradia, i piani di Stanisław Karnkowski, vescovo di Cuiavia, su Anna Jagellona, Graziani ha sollecitato il primo a prendere posizione sul nuovo re. Łaski ha quindi confortato Graziani riferendogli di un incontro in cui la stessa Infante si è detta disponibile a sposare Enrico di Valois, se lo vorrà Łaski, il quale ha dichiarato il suo impegno a consolidare il sostegno di cui gode il candidato francese. Il palatino ha sottovalutato tuttavia le preoccupazioni espressegli da Graziani riguardo alla nuova alleanza tra Mikołaj Radziwiłł, palatino di Vilna, e Jerzy Olelkowicz, duca di Sluzco, e le possibili conseguenze di un’intesa tra Sluzco e i lituani, che avrebbe potuto indurre anche i polacchi a sostenere l’elezione del duca.

Łaski ha riferito il suo incontro con un personaggio identificato come «Paglierino», con il quale ha discusso delle maldicenze diffuse dall’abate Johann Cyrus, agente imperiale in Polonia, sul conto del nunzio pontificio presso l’imperatore, Vincenzo Dal Portico. Questi, contrario a quanto stabilito a Kaski, non avrebbe intenzione di lasciare la Polonia. Alla domanda di Łaski se debba o meno sollecitare il nunzio a lasciare il Regno, Graziani lo ha invitato a non farlo. Sebbene la presenza del nunzio, sostenitore della candidatura di Massimiliano II e dotato di ascendente su Anna Jagellona, possa danneggiare i «consigli» del palatino, qualunque pressione su di lui potrebbe generare il sospetto che «in ciò fosse qualche voluntà di Commendone».