b. 62-I / Lettera 57
- Sottounità / Unità archivistica
- KU, KSRL, Graziani-Commendone Coll., Separate Letters, Ms. 62-I
- Regesto veloce
-
Graziani aggiorna sul moltiplicarsi dei contrasti politici e religiosi nella nobiltà polacca nelle more di Enrico di Valois.
- Tipologia
- it lettera sciolta, parzialmente in cifra
- Numero documento
- 57
- Estensione materiale
- 37 pp.
- Mittente
- Graziani, Antonio Maria <1537-1611>
- Destinatario
- Commendone, Giovanni Francesco
- Luogo di redazione
- Cracovia
- Luogo di ricezione
- Venezia
- Data di redazione
- 1 novembre 1573
- Regesto approfondito
-
Sono giunte, intorno al 17 ottobre, notizie sulla missione polacca in Francia attraverso le lettere di uno degli inviati, Jan Zborowski, poi divulgate da Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, e tramite avvisi di varia provenienza. Graziani rimanda quindi alle lettere già inviate a Tolomeo Gallio, di cui inoltra in allegato.
Mikołaj Mielecki, palatino di Podolia, si è detto dispiaciuto di non aver salutato Commendone prima della sua partenza. Egli non intende rappacificarsi con Piotr Zborowski, palatino di Sandomiria, e dichiara pronto a disertare la Corte e le Diete, purchè il nuovo sovrano garantisca la sua sicurezza. Resta in ogni caso a disposizione del nuovo re Enrico di Valois in caso di guerra.
Graziani rinnova le critiche, già espresse nelle lettere a Tolomeo Gallio, ai comportamenti di Franciszek Krasiński, vescovo di Cracovia, di fronte ai contrasti tra il palatino di Sandomiria e Jan Firlej, palatino di Cracovia. Il vescovo si era detto infatti dispiaciuto della partenza di Commendone, ma poi ha concesso agli eretici «il privilegio […] di questa sinagoga di Cracovia», cosa che nemmeno il cancelliere Walenty Dembiński aveva osato fare. Lo stesso Andrzej Zborowski ha ammonito Krasiński a «star bene con la Sede Apostolica» riprovando che non abbia fatto visita a Commendone.
Andrzej Opalinski, maresciallo della Corona, ha riferito a Piotr Zborowski che le concessioni approvate dal duca di Valois sarebbero più favorevoli agli eretici di quanto inizialmente stabilito. Graziani ne è sorpreso, e tanto più del fatto che gli «ambasciatori habbino prima concordato fra loro».
Come previsto da Commendone, la Dieta tratterà la questione del matrimonio tra il nuovo sovrano e l’Infanta; Graziani ritiene comunque che l’unione non avrà luogo.
Andrzej Zborowski ha chiesto a Graziani il permesso di incontrare il nuovo sovrano a Francoforte.
Graziani precisa di aver ricevuto da Andrzej Zborowski le informazioni sulle prediche degli eretici al momento in corso, già riferite nelle lettere a Tolomeo Gallio; ha inoltre domandato al vescovo di Cracovia di intercedere con il palatino di Cracovia perché assegni un alloggio al vescovo di Mondovì Vincenzo Lauro, nuovo nunzio in Polonia, prima dell’arrivo del nuovo sovrano. Krasiński ha poi chiesto a Graziani notizie su Commendone e sul suo viaggio.
Nonostante Andrzej Opalinski abbia invitato Piotr Zborowski a ricevere il nuovo sovrano al suo arrivo in Polonia, Graziani ritiene che probabilmente l’incarico sarà assunto proprio da Andrzej Zborowski, tanto più che Enrico di Valois ha espressamente chiesto di essere accolto da lui ai confini del Regno. Il vescovo di Cracovia ha esortato il palatino di Sandomiria a permettere al fratello di svolgere quella missione «per nome pubblico».
Graziani raccomanda quindi a Commendone di scrivere ad Andrzej Zborowski per suggerirgli gli argomenti da trattare durante il colloquio con il nuovo re e per dargli la sua opinione circa la carica di sucamerario, alla quale Andrzej Zborowski aspira. Occorre informare di tutto il nuovo nunzio. Ora che il nuovo sovrano ha prestato solenne giuramento, Graziani ha inoltre bisogno di istruzioni sulla linea da tenere con l’arcivescovo, che procederà all’incoronazione, e sull’opportunità o meno che egli stesso raggiunga il re a Francoforte.
Graziani riporta quindi dettagli, già comunicati nelle lettere a Tolomeo Gallio, sulla mancata pacificazione tra i palatini di Cracovia e Sandomiria e sul colloquio tra il vescovo di Cracovia e un inviato del palatino di Podolia. Chiede un segretario per la cura della corrispondenza e per un aiuto nelle tante incombenze che deve svolgere, ma teme che l’invio possa richiedere troppo tempo. Domanda inoltre se dovrà far visita ad Anna Jagellona, quando tornerà a Cracovia, un atto che gli pare al momento opportuno.
Invita quindi Commendone a leggere il resoconto della missione in Francia di Jan Zborowski contenuto nelle lettere indirizzate a Tolomeo Gallio. Di seguito ne riassume alcuni punti, relativi alle posizioni degli inviati polacchi in Francia.
In primo luogo lo stesso Jan Zborowski, durante una cena, avrebbe affermato che in Germania molti minacciano rappresaglie contro Commendone, ritenendo che proprio a Commendone, a Olbracht Łaski, palatino di Siradia, e a Piotr Zborowski, Enrico di Valois debba la sua elezione. Nella stessa cena, Piotr Zborowski avrebbe speso parole d’elogio per il nuovo sovrano, cosa che ha meravigliato tutti.
Jan Herburt, castellano di Sanok, e Mikołaj Tomicki, cattolici, insieme a Mikołaj Firlej starosta di Kazimierz e figlio di Jan, palatino di Cracovia, avrebbero approvato la Confederazione di Varsavia. Jan Zborowski ha esposto che Olbracht Łaski è ritenuto al soldo dell’imperatore, ma su questo è stato smentito dal fratello Andrzej Zborowski. È noto infatti che Łaski, inizialmente incline all’arciduca Ernesto, ha poi sostenuto la candidatura del duca di Valois. Pare infine che Jan Tomicki, castellano di Gnesna, intendesse tornare in Polonia per dare lui conto della missione francese al posto di Jan Zborowski, ma che il re lo abbia fermato.
Graziani raccomanda di prendersi cura del nipote di Andrzej Zborowski che in quel momento si trova con Commendone. Lo stesso Andrzej ha lamentato con Graziani il comportamento del vescovo Jean de Monluc, che in Francia avrebbe accusato presso il nuovo re il casato degli Zborowski dei peggiori vizi. Simili accuse sono state ripetute durante un banchetto organizzato in onore degli inviati polacchi; nella stessa occasione Monluc ha attaccato anche Mikołaj Krzysztof Radziwiłł e «tutta la casa d’Olica». Jan Zborowski ha denunciato i fatti al nuovo sovrano, aggiungendo che Monluc aveva fatto consegnare a Piotr Zborowski alcune «cedole» per un valore complessivo di centocinquantamila ducati destinate a tutti i fratelli Zborowski, ma in realtà da loro riscosse. Il re riterrebbe tra l’altro Monluc «leggerissimo et vanissimo ughonotto, et che haveva mutato più volte religione non per servitio alcuno pubblico né per causa di coscienza, ma solamente spinto dalla cupidità, et che l’honore che si gli era fatto» era dovuto soltanto al «negotio» svolto in Polonia. Ma lo stesso Jan Zborowski sa che Enrico di Valois intende donare a Monluc – che non tornerà più in Polonia - centomila scudi per lui e un «contado» a suo figlio. Il re avrebbe inoltre comunicato a Jan Zborowski di aver ricevuto un breve del papa che gli raccomanda Andrzej Zborowski e tutta la sua famiglia, atto che lo stesso Andrzej ritiene frutto del sostegno di Commendone presso Gregorio XIII a favore suo e del suo casato.
Il re avrebbe poi comunicato a Jan Zborowski che arriverà in Polonia, in occasione dell’incoronazione, un ambasciatore veneziano per parlare di «cose marittime», forse in riferimento alla questione della «navigazione del mare Eusino». Graziani sollecita perciò istruzioni da Commendone.
Enrico di Valois ha chiesto infine a Jan Zborowski di adoperarsi per evitare il suo matrimonio con Anna Jagellona o almeno di rimandarlo dopo l’incoronazione. Per parte sua Jan – con il parere contrario del fratello Piotr - si sarebbe offerto di servire il duca di Valois nella guerra contro gli ugonotti «con soldo di trentamila franchi».
Nascono nuovi contrasti intorno alla Confederazione, contro la quale avrebbero ora protestato Adam Konarski, vescovo di Posnania, e Mikołaj Tomicki. Mikołaj Firlej ha poi dichiarato che Konarski avrebbe attaccato personalmente Jan Firlej, notizia che ha dato modo a quest’ultimo di acquisire consenso tra il popolo.
Piotr Zborowski è tornato a Cracovia per i disordini in Rossia, per cui Graziani rimanda ancora alle lettere a Tolomeo Gallio. Graziani insiste ancora sulle diverse posizioni dei fratelli Zborowski circa questioni importanti. Piotr infatti ritiene che la pace durante l’interregno sia stata mantenuta grazie all’intervento degli eretici, mentre Andrzej oppone che solo per la pazienza dei cattolici la situazione non è precipitata. Graziani ha raccomandato ad Andrzej di ignorare gli attacchi del fratello, che continua a impedire ad Andrzej di partire per incontrare il re, e dichiara che se Andrzej partirà lo seguirà, abbandonando gli incarichi pubblici. Graziani ha suggerito ad Andrzej di partire comunque. Frattanto Jan Zborowski, incaricato di portare Enrico di Valois le risposte del Senato alle sue richieste, afferma di non voler adempiere al suo dovere senza il fratello Andrzej.
Sempre da Andrzej Zborowski Graziani ha appreso che il sovrano ha intenzione di fare guerra a Ivan IV e ha incaricato Jan Zborowski di divulgare la notizia, che è stata diffusa anche in Lituania. Jan Firlej, palatino di Cracovia, si è mostrato, da subito, contrario a questa intenzione; Graziani invece ritiene che possa trattarsi di una novità positiva.
Prima di chiudere la lettera, Graziani ha appreso che Andrzej Zborowski incontrerà il re con il consenso del fratello.
Gli risulta che al momento Commendone si trovi a «Closnenburg» [forse Flossenbürg], ma quando il presente plico arriverà sarà forse già a Villaco. Gli inoltra una lettera di Jan Chodkiewicz, gran maresciallo di Lituania, e altre missive. Chiede inoltre a Commendone di aprire e «accomodare a modo suo» le lettere per Tolomeo Gallio, dove Graziani rappresenta i pericoli e la «perturbazione d’animo» cui lo espone la missione in Polonia; raccomanda particolare cura, per evitare errori nella trascrizione in cifra.
Graziani comunica infine che intende lasciare Cracovia a San Martino [11 novembre]. Lungo il viaggio visiterà l’arcivescovo e, se passerà per Francoforte, come lo sollecita a fare Andrzej Zborowski, porterà con sé Hieronim Rozrazewski. Commendone è pregato di pagare a Venezia una lettera di cambio di cinque ducati per permettere a due frati minori bernardini di ritornare da lì in Polonia.
- Note libere
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Lettera autografa, probabilmente spedita; testo cifrato reso in chiaro dai ricercatori NSA. Allegati annunciati non presenti.
- Personaggi rilevanti
- Anna Jagellona
- Chodkiewicz, Jan Hieronimowicz
- Dal Portico, Vincenzo
- Dembiński, Walenty
- Enrico III di Valois
- Ernesto d’Asburgo
- Firlej, Jan
- Firlej, Mikołaj
- Gallio, Tolomeo
- Gregorio XIII
- Herburt, Jan
- Ivan IV
- Konarski, Adam
- Krasiński, Franciszek
- Łaski, Olbracht
- Lauro, Vincenzo
- Mielecki, Mikołaj
- Monluc (de), Jean
- Opaliński, Andrzej
- Radziwiłł, Mikołaj Krzysztof
- Rozdrażewski, Hieronim
- Tomicki, Jan
- Tomicki, Mikołaj
- Uchański, Jakub
- Zborowski, Andrzej
- Zborowski, Jan
- Zborowski, Piotr