Un tal «Ciecowski» ha scritto alla Signoria di Venezia in seguito a un furto ai suoi danni perpetrato da Domenico Mosca, romano. Sebastiano Montelupi ha chiesto quindi a Graziani di informare Commendone dell’accaduto.

Graziani ha l’impressione che le sue lettere non vengano lette a Roma, e chiede a Commendone di approfondire la questione. Lo prega di recuperare una non meglio identificata «protesta d[i?] Prussia», e di inviarla a Stanisław Karnkowski, vescovo di Cuiavia, che l’aveva richiesta a Vincenzo Dal Portico, già nunzio pontificio in Polonia. Dopo una serie di raccomandazioni a Commendone per il suo viaggio, lamenta che le spese quotidiane gli sottraggono più risorse del previsto.

Jan Leśniowski lo ha avvertito che Commendone ha alcuni ordini per lui senza dargli ulteriori spiegazioni e Graziani attende istruzioni in merito.

Il vescovo di Cuiavia, ignaro della relazione di Jan Zborowski sulla missione in Francia, ha riferito a Graziani di aver inviato un messo a Jan Chodkiewicz, gran maresciallo di Lituania, perché preoccupato del diffondersi di «mali semi» riguardo all’elezione. Si è poi detto dispiaciuto per la partenza di Commendone e ha chiesto a Graziani di accompagnarlo in Posnania [probabilmente per andare incontro al re].

Hieronim Rozdrażewski ha riferito a Graziani dell’affetto che il vescovo di Cuiavia ha nei suoi confronti, e lo ha informato sull’incontro avuto con l’abate Guy de Saint Gelais, signore di Lansac, inviato francese in Polonia, con il quale ha parlato tra l’altro di Commendone. Ha intenzione di incontrare anche Piotr Myszkowski, vescovo di Plozca.

Graziani non è riuscito a incontrare Andrzej Zborowski prima di spedire la lettera. Chiede disposizioni prima che Commendone lasci Venezia.